Le 6 regole per un corretto isolamento termico dall’interno degli edifici (in barba a tuo cognato!)

Non fidarti di chi sa sempre tutto...Ho sentito spesso gli artigiani consigliare ai privati proprietari di eseguire l’isolamento termico dall’interno degli edifici, così da risparmiare i costi di impalcatura e poter isolare senza coinvolgere gli altri proprietari, nel caso di appartamento in edificio condominiale.

Per carità, sono anche ragioni condivisibili, ma da sole non sono sufficienti per giustificare o - ancor meglio - preferire, questo tipo di intervento a quello classico dall'esterno.

Chissà perché, poi, il parere più ascoltato non è mai quello di un tecnico specialista ma di un amico o di un parente, che può vantare di aver già fatto un ottimo lavoro a casa propria, in economia, leggendo la guida del Leroy Merlin.Tutti abbiamo un cognato tuttofare e tuttologo, no?

 Come regola generale il consiglio è di procedere all'isolamento sempre dall’esterno, con il cosiddetto sistema ‘a cappotto’; solo in quei casi in cui ci siano particolari problemi per l'esecuzione dell'isolamento dall'esterno e non si possa realizzare il “cappotto”, piuttosto che lasciare tutto com'è e non isolare affatto, sarà meglio procedere isolando dall’interno.

 

Quando è conveniente un cappotto interno?

Cappotto internoL'isolamento dall'interno, ad esempio, è tipico nel caso di facciate vincolate o di particolare pregio, o semplicemente facciate che abbiano particolarità per cui non è possibile l'intervento; si rende effettivamente necessario anche per isolare appartamenti facenti parte di condomìni in cui gli altri proprietari hanno fortemente espresso la volontà di non procedere a riqualificazione.

E giustamente, se non vuoi essere condannato anche tu a vivere male o a spendere cifre esorbitanti in bollette sempre più salate, sarà meglio isolarsi dall'interno?

Quindi, nel caso ti venisse consigliato di procedere all'isolamento termico dall'interno, tieni presente che ci sono alcuni punti critici che vanno analizzati e “risolti”, possibilmente con l'aiuto di un professionista esperto (non è sufficiente, quindi, il parere del cognato che ha già fatto il lavoro l'estate prima!), che sono:

  • la modifica delle condizioni termo-igrometriche della muratura. Le pareti in inverno non ricevono più il calore che proveniva dall’interno, risultando dopo l’intervento ‘pareti fredde’.
  • l'aumento del rischio di danni per la formazione di condensa tra la parete esistente e la controparete isolante
  • l’isolamento dall’interno è altamente rischioso per ambienti molto umidi e con ambiente condizionato
  • la diminuzione della superficie calpestabile. Se ad esempio hai una cameretta di 9 mq esatti (ok, è piccolissima, ma sono le dimensioni minime per legge, e molti costruttori le hanno sfruttate al massimo), dopo l'intervento ti ritroverai un ripostiglio!

Ma soprattutto:

non si riescono a risolvere sempre tutti i ponti termici!

 

Dovrebbe essere più chiaro, ora, che isolare termicamente dall'interno ha generalmente delle criticità maggiori rispetto ad isolare dall'esterno con un cappotto (ovviamente non sto dicendo che questa operazione sia banale!).

 

Quali sono le criticità e le regole basilari da rispettare per un cappotto dall'interno

Se proprio devi procedere in questo modo, se il tuo tecnico ha fatto tutte le verifiche del caso, se non hai migliori alternative, accertati che queste regole basilari vengano rispettate:

 

  1. Scegliere isolanti adatti con spessore massimo tra i 2 e i 6 cm. Oltre i 6 cm si aumentano i rischi di danni da condensa in quanto si sposta il punto di rugiada all'interno dell'ambiente invece che lasciarlo all’esterno dell'isolante.

  2. Qualsiasi sia il materiale scelto e lo spessore di isolamento, fermo restando quanto detto al punto precedente, è fortemente consigliato (a mio modo di vedere la cosa direi obbligatorio!) fare una verifica termo igrometrica (come da normativa UNI EN 13788).

  3. Particolare attenzione va posta ai ponti termici esistenti e agli effetti che l’isolamento interno ha su di essi.

  4. Per ambienti abitati scegliere materiali igroscopici.

  5. Evitare di usare barriere al vapore su edifici residenziali: poiché la regola è di posarla più internamente possibile, in questo modo si bloccherebbe l’umidità in uscita e si renderebbe l’ambiente troppo umido. Se strettamente necessaria, per le caratteristiche tecniche dell'ambiente, la barriera al vapore non deve essere assolutamente bucata; fai molta attenzione, dunque, a cosa potrà essere istallato successivamente (ad esempio mensole, cucina o altro che richiede fori profondi).

  6. Meglio utilizzare prodotti isolanti di origine naturale.

     

Come vedi, l'esecuzione di un rivestimento interno per l'isolamento termico non solo non può essere lasciata al fai-da-te, ma deve essere pianificata e progettata tenendo presente i punti critici e adottando le opportune soluzioni.

Tieni anche presente che un lavoro fatto davvero bene dovrebbe prendere in considerazione anche un miglioramento dell'insonorizzazione acustica da rumori esterni o provenienti dagli appartamenti attigui. In una sola operazione di riqualificazione, puoi migliorare anche l'efficienza acustica, approfittando degli incentivi fiscali. 

 

Fai leggere questo articolo anche a tuo cognato, vedrai che anche lui se ne farà una ragione e non correrai il rischio di litigare per avergli detto che il suo rivestimento interno, quello che ha fatto anche lui sulla "parete a nord" di casa sua, a te probabilmente non va bene.

 

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PPS: Purtroppo non posso farti una consulenza specifica se non ho una conoscenza dettagliata della situazione. Una soluzione "raccolta" sul web, da parte mia o di qualunque altro specialista, potrebbe crearti più problemi o farti spendere soldi a vuoto. Chiedi consulenza (a pagamento) ad un tecnico e pretendi che venga a farti un sopralluogo con un audit specifico. Una risposta su internet, senza una valutazione specifica, non è mai adeguata! 

 

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